between a jam and the other from time to time I happen to run into an open bar. And there, I must say, is the end. Not that there is a need, if one thinks about it. The stops during file for the process that no one will ever understand, for the ring around the bumpy fighettume et vippume and those who bravely pursue the fighettume et vippume.
Millemila cocktail. Millemila cigarettes. Millemila of the rest.
I, my, my favorite pubs, wine bars or taverns vecchia milano. Però in caso di open bar bisogna essere pronti a travalicare qualsivoglia pregiudizio sociale. Ci si infila un par de tacchi e si attacca a sproloquiare con perfetti sconosciuti perchè l'unica cosa che conta è il qui e l'ora. Cioè niente. Cioè tutto.
Salvo poi trovarsi il giorno dopo con un insorreggibile cerchio alla testa.
Però, credete a me, è un mondo malato questo. E un open bar può essere un'esperienza sorprendentemente catartica. Aiuta a sopravvivere, se non altro.
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